Identità di genere e orientamento sessuale

Si tratta del percorso che intraprendo con persone omosessuali, bisessuali, transessuali, queer, intersex e asessuali (LGBTQIA+) e le loro famiglie.

In cosa consiste

Una parte rilevante della mia attenzione è rivolta al tema della diversità per tutte quelle persone che si ri-conoscono in altro modo nell’identità e nell’orientamento sessuale.

a) Consulenza e psicoterapia rivolte a persone transgender e di genere non conforme – Varianza e Disforia di Genere – e loro famiglie

b) Il lavoro con persone omosessuali, bisessuali e asessuali e le loro famiglie

c) Persone intersessuali nate con variazioni fisiche a carico dei cromosomi, delle gonadi, dell’assetto ormonale, dei genitali o i caratteri sessuali secondari. 

 

“La principale speranza di armonia nel nostro tormentato mondo risiede nella pluralità delle nostre identità, che si intrecciano l’una con l’altra e sono refrattarie a divisioni drastiche lungo linee di confine invalicabili a cui non si può opporre resistenza.”

Amartya Sen

Per chi è

Adolescenti, adulti e terze età in un setting individuale, di coppia o di relazione e familiare che intendono affrontare i disagi connessi all’identità di genere e all’orientamento sessuale.
Per coloro i quali necessitano di una valutazione psicologica correlata da un esame psicodiagnostico ad hoc al fine di allineare l’identità psicologica ed avviare terapie ormonali e/o chirurgiche.

Per chi volesse avvalersi di un servizio di attività peritale per i percorsi affermativi di genere.

Per tutti i familiari di persone LGBTQIA+ che volessero avvalersi di un supporto psicologico e consulenza.

“Pur essendo sessuali, gli individui diventano sessuali.”

W. Simon, J. H. Cagnon

Come funziona, come si svolge?

La mia proposta di intervento clinico per le persone definite transgender e genere non conforme risponde sia alle esigenze dei singoli individui, ma anche a quelle di coppie e famiglie che vivono con qualche difficoltà la transessualità o la disforia di genere, quali:

  • comprensione dei significati connessi al dramma identitario sperimentato dalla persona
  • comunicazione tra i diversi componenti della coppia e/o famiglia
  • assistenza di perizia per presentare istanza di rettificazione di attribuzione di sesso presso il tribunale di competenza
 

Sebbene l’omosessualità, bisessualità e asessualità attualmente siano considerate come un orientamento sessuale e affettivo naturale alla pari dell’eterosessualità, possono manifestarsi delle situazioni di disagio dal punto di vista psicologico che includono:

  • Lo svelamento (disclosure) e il coming out familiare
  • L’omofobia esterna/internalizzata
  • Le dinamiche relazionali nella coppia omosessuale
  • Processi di eccessiva aderenza allo stereotipo di mascolinità/femminilità
 

Nella situazione di persone intersessuali che non presentano caratteri sessuali che rientrano nelle tipiche categorie binarie del corpo maschile e femminile, queste potrebbero subire una medicalizzazione precoce con conseguenze che potrebbero essere vissute in maniera devastante dal punto di vista psicologico, corporeo, relazionale e sessuale.

Tante volte la loro condizione è taciuta in gran segreto causando vissuti di vergogna e inadeguatezza che possono portare all’isolamento sociale. In questi casi la psicoterapia con un professionista formato può essere di notevole aiuto per queste persone e per i loro familiari.

“La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto.”

L. Pirandello

FAQ

DOMANDE FREQUENTI

  • Consulenza e psicoterapia rivolte a persone gay, lesbiche, bisessuali e asessuali e loro famiglie
  • Consulenza e psicoterapia rivolte a persone transgender e di genere non conforme – varianza e disforia di genere e loro famiglie
  • Terapia di coppia
  • Terapia individuale delle relazioni affettive monogame
  • Terapia delle relazioni affettive in relazioni non monogame (poliamore, relazioni aperte)

La psicoterapia in caso di persone che si definiscono transgender può esser percepita come un “strada obbligatoria” e quindi un passaggio forzato. Infatti, secondo gli standard sui percorsi di affermazione di genere proposti dall’Osservatorio Nazionale Identità di Genere (ONIG) sono previsti almeno 6 mesi di psicoterapia per giungere alla possibilità di avviare il trattamento ormonale sostitutivo (TOS), e al cambiamento fisico (compresi gli interventi di chirurgia). Nella mia esperienza se la persona è presa in carico prescindendo una tale attenta valutazione, ciò potrebbe comportare ricadute negative sulle aspettative da parte del cliente, sul lavoro professionale e dunque sulla terapia stessa.

Perciò, sono e resto fermamente convinta dell’importanza rivestita dal percorso terapeutico tutelando la specificità del lavoro psicoterapeutico e affrancandolo totalmente dal lavoro necessario ai fini dell’accesso alle terapie ormonali e di chirurgia – che potrebbe avvenire in un secondo/altro momento.

  • Informazione e supporto per genitori e familiari
  • Problematiche legate all’orientamento sessuale
  • Esplorazione della propria identità sessuale e nel coming out
  • Costruzione di una vita sentimentale e relazionale soddisfacente
  • Supporto sul tema dell’omogenitorialità
  • Interventi sessuologicisingoli e di coppia
  • Terapia di coppia
 
  • Percorso di psicoterapia individuale. Scopo favorire la scoperta e l’elaborazione del disagio identitario – altrimenti noto come Disforia di Genere – vissuto dalla persona attraverso la relazione con il terapeuta. Come terapeuta sono attivamente coinvolta nella problematicità identitaria che la persona vive, senza però colludere con la richiesta di ricevere consigli e certificazioni utili ad avviare il percorso ormonale di transizione.
 
  • Valutazione psicologica per persone transessuali adulte. Per coloro i quali desiderino avviare terapie ormonali e/o chirurgiche per allineare l’identità psicologica a quella fisica sono previsti una serie di colloqui mirati e correlati da un esame psicodiagnostico ad hoc. 
 
  • Attività peritale per i percorsi affermativi di genere. Ai fini della stesura della relazione di consulenza tecnica di parte è prevista la possibilità di un percorso di colloqui mirati, corredati da un esame psicodiagnostico ad hoc. In tal caso, è inoltre necessaria la stretta collaborazione con la figura del Legale, in vista della presentazione dell’istanza di rettificazione di attribuzione di genere sessuale presso il tribunale di competenza.
 
  • Psicoterapia di supporto per persone trans in qualsiasi fase del percorso di transizione. Si definiscono e si realizzano obiettivi mirati, quali: l’esplorazione della propria identità sessuale, il coming out, la costruzione di una vita sentimentale e relazionale soddisfacente, la gestione delle problematiche che possono derivare dalla transizione stessa (a scuola, sul luogo di lavoro, ecc.)
 
  • Percorso psicoterapeutico per familiari. Il coming-out identitario può rappresentare per i familiari un momento che genera reazioni di confusione e disorientamento, irrigidimenti, atteggiamenti di chiusura e giudizio. Il cambiamento di uno dei membri del sistema famiglia, implica inevitabilmente anche il cambiamento degli altri componenti, che in virtù di ciò possono manifestare difficoltà nel confrontarsi con ciò che avvertono come “non desiderato”. In tal caso, il mio lavoro consiste nel favorire la comunicazione tra i componenti familiari, facendo emergere la diversità delle visioni e delle aspettative nel rispetto delle parti in gioco.
 
  • Consulenza psicologica dedicata ai genitori. Un numero limitato di colloqui è previsto per coloro che di fronte alla dichiarata transessualità dei figli – minorenni o maggiorenni – nutrono disagio nella possibilità della scelta dei figli di effettuare la transizione da un genere. Lo scopo è identificare le problematiche sperimentate, fissare obiettivi pragmatici e individuare risorse personali al fine di gestire in autonomia le difficoltà incontrate. 
 
  • Consulenza psicologica rivolta a persone gender-variant, con identità di genere non binaria e genderqueer
 
  • Consulenza sessuologica per problematiche connesse alla sessualità: aumento del desiderio o perdita del desiderio conseguente all’avvio della terapia ormonale
 
  • Supporto nell’affrontare gli ostacoli che impediscono di vivere la propria sessualità in maniera serena e piena, in qualsiasi fase del percorso di transizione
 
  • Supporto nell’acquisire una maggiore conoscenza del proprio corpo e dei cambiamenti indotti dalle terapie ormonali e chirurgiche 
 
  • Consulenza e terapia per le coppie in cui uno o entrambi i partner si identifichino come transgender e non binari.
 

La consulenza psicologica e la psicoterapia rivolta a persone che si definiscono con orientamento omosessuale, bisessuale, persone MtF, FtM, transgender, non binarie, a-gender, gender-queer, gender-fluid e gender questioning, asessuali, in adolescenza, in età adulta e nell’anzianità, la varianza e la disforia di genere sono al centro della mia attività clinica, di formazione continua e recentemente anche di ricerca in sessuologia clinica. Con il gruppo di ricerca FISS – Giovani – Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica – di cui sono socia e membro, mi occupo infatti della ricerca sui diritti sessuali nell’ambito della diversità, come nel caso di persone e nei gruppi persone LGBTQIA+ in ogni fascia di età. 

Inizialmente l’acronimo si componeva di sole quattro lettere LGBT per riferirsi alle persone che riconoscono l’appartenenza alla ‘comunità gay’. Nel corso degli anni è andato ampliandosi includendo altre identità minoritarie. Le quattro lettere ‘principali’ indicano quattro gruppi: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender. Tuttavia, l’acronimo iniziale non è stato sufficiente a contenere il rapido arricchimento dei linguaggi utilizzati per riferirsi agli orientamenti sessuali e all’identità di genere, fino all’introduzione della lettera ‘Q’ che sta per Queer, ovvero quelle persone che scelgono di non volersi identificare in una specifica categoria relativamente all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La lettera ‘I’ sta per Intersex e la lettera ‘A’ per Asessuale. Il segno ‘+’ indica tutte le altre identità che potrebbero non trovare posto nell’acronimo.

La persona può vivere una forte incongruenza con il genere con cui è nato e quello con cui si identifica, ovvero si colloca nel genere opposto. Ciò potrebbe comportare un disagio significativo che peggiora la qualità di vita della persona stessa. Alcune di queste persone riescono a superare tale incongruenza e disagio solamente attraversando interventi medici affermativi di genere che includono terapie ormonali e chirurgiche.

Attualmente la Disforia di Genere rientra tra le categorie diagnostiche del DSM-5, ma il movimento trans si sta adoperando verso una percezione depatologizzante, volendo intendere la possibilità dell’avvio delle terapie ormonali come espressione del principio di autodeterminazione.

Le reazioni dei genitori possono affondare le loro radici nei più svariati e diffusi stereotipi condivisi nella nostra società. Il coming-out di un figlio o di una figlia come persona transgender e/o omo/bisessuale è vissuto come un momento fortemente destabilizzante, un vero e proprio shock che può portare a vivere un senso di vergogna, di segretezza, senso di colpa, negazione o minimizzazione della nuova situazione, lutto e perdita (del/la figlio/a che hanno conosciuto fino a quel momento), incertezza sul futuro dei figli e delle possibili implicazioni sociali e lavorative per una persona gay/trans (lavoro, relazioni, ecc.) e delega della responsabilità genitoriale al professionista che fa la diagnosi. In ogni momento i genitori dovranno assumersi la responsabilità delle conseguenze e di ciò che decideranno di fare e/o non fare in risposta alle richieste dei loro figli (a prescindere dal fatto che il professionista a dover dire se il/la loro figlio/a sia “veramente trans/omosessuale/bisessuale/”ecc.).

Queste anticipazioni spesso sono il frutto del riflesso dei media che spesso raccontano le persone trans attraverso cliché e stereotipi che appartengono ad alcune realtà, ma non a tutte e solo a quelle. Tante volte si tratta di anticipazioni poco probabili e del tutto irrealizzabili.